La Legge 16.3.1987 n. 115 Disposizioni per la prevenzione e la cura del diabete mellito e’ la legge fonamentale per i soggetti con diabete. Questa legge ha regolamentato e riorganizzato il settore della diabetologia in Italia, prevedendo l’istituzione dei Servizi specialistici diabetologici sia per gli adulti che per i bambini e definendo le modalità organizzative delle attività finalizzate alla prevenzione della malattia e al miglioramento della qualità dell’assistenza.
L’ Atto d’intesa tra Stato e Regioni del 30 Luglio 1991 ha definito le azioni più idonee per individuare le fasce di popolazione a rischio diabetico e programmare interventi. L’Atto ha individuato criteri uniformi su tutto il territorio nazionale relativamente a strutture e parametri organizzativi dei servizi diabetologici, metodi di indagine clinica, criteri di diagnosi e terapia della malattia diabetica.
La Dichiarazione di Saint Vincent del 1989 (di seguito) con cui, sotto l’egida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dell’International Diabetes Federation, i rappresentanti di governi, ministeri della Sanità e organizzazioni di pazienti di tutti i Paesi europei hanno approvato e firmato, un documento che ha definito i traguardi generali e gli obiettivi a cinque anni per la prevenzione, identificazione e trattamento del diabete e delle sue complicanze e le “Linee guida per lo sviluppo di un programma nazionale per il diabete mellito” elaborate dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) nel 1991 affermano l’importanza dell’intervento pubblico di Governi e Amministrazioni per assicurare la prevenzione e la cura del diabete.
Inoltre il Piano Sanitario Nazionale 1998-2000 riconosce alla patologia diabetica il carattere di particolare rilievo sociale e impegna il SSN al miglioramento continuo e alla costante verifica della qualità dell’assistenza, prevedendo l’emanazione di linee guida per il diabete.
Il Piano sanitario nazionale 2003-2005 prevede l’attivazione di: programmi di prevenzione primaria e secondaria, in particolare per il diabete mellito in età evolutiva, con l’obiettivo di ridurre i tassi di ospedalizzazione ed i tassi di menomazione permanente (cecità, amputazioni degli arti); strategie per migliorare la qualità di vita dei pazienti, attraverso programmi di educazione ed informazione sanitaria.
L’accordo Stato-Regioni dell’Aprile 2004 contiene il Piano di Prevenzione Attiva con 4 elementi strategici, uno dei quali è la prevenzione delle complicanze del diabete, attraverso l’adozione di programmi di disease management che includano: la partecipazione attiva del paziente attraverso programmi di educazione e supporto l’attivazione di sistemi atti a garantire la regolare esecuzione dei controlli periodici attivazione di un sistema di monitoraggio informatizzato.
La Dichiarazione di Saint Vincent
Sotto l’egida di Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) e Idf (International Diabetes Federation), i rappresentanti di governi, ministeri della Sanità e organizzazioni di pazienti di tutti i Paesi europei hanno approvato e firmato, nell’ottobre 1989 a Saint Vincent, un documento storico, che è tuttora il principale riferimento internazionale per la lotta al diabete. Ne riepiloghiamo di seguito i punti più qualificanti.
1) Poiché il diabete minaccia almeno dieci milioni di cittadini europei, occorre porsi come obiettivo per i pazienti diabetici una vita vicina alle aspettative normali, sia per qualità sia per durata.
2) Avviare programmi per l’individuazione e il controllo del diabete e delle sue complicanze, che siano basati su due componenti principali: l’autocura e l’appoggio della comunità.
3) Sensibilizzare i professionisti della salute e la popolazione a prevenire la malattia, organizzando l’addestramento alla gestione del diabete non soltanto per i malati, ma anche per le loro famiglie, i loro ambienti di lavoro, le équipe di assistenza sanitaria.
4) Promuovere l’indipendenza, la parità di diritti e l’autosufficienza dei diabetici di ogni età, eliminando ogni ostacolo a una piena integrazione dei cittadini diabetici nella società.
5) Mettere in atto misure efficaci per la prevenzione delle complicanze, diminuendo di almeno un terzo i casi di cecità e di insufficienza renale, abbattendo la metà del numero di amputazioni di arti per cancrena diabetica, riducendo morbilità e mortalità per malattie coronariche e, infine, raggiungendo fra le donne diabetiche esiti di gravidanze vicini a quelli delle non diabetiche.
6) Costituire sistemi di monitoraggio delle procedure diagnostiche e terapeutiche utilizzando la tecnologia informatica più avanzata.